lunedì 21 dicembre 2009

Ebbene sì, sono un fomentatore!


Come era ampiamente previsto il duomo di Milano ha rappresentato una svolta nella politica italiana. Da una parte e dall'altra si levano appelli al “ volemose 'bbene”, gettando una pietra sul passato per percorrere le liete strade della concordia verso le riforme agognate dal popolo italiano, angosciato dalla lentezza della giustizia e dalla pericolosità di facebook.

Massimo D'Alema può finalmente svolgere il suo ruolo, dettando l'agenda della collaborazione al suo partito che, incapace di avere una visibilità sua, basata su programmi e proposte, cerca di brillare di luce riflessa e di trovare legittimazione dagli avversari, visto che non riesce ad averne dalla gente di sinistra.

E poco importa che, presentandosi con il cappello in mano, i portatori di pace si vedano puntualmente mordere la mano dal mastino di turno.

Forse sarò un fomentatore di odio e, prima o poi, qualcuno mi accuserà per questo, invocando l' ostracismo dai mezzi di comunicazione, insieme (molto, ma molto immodestamente) a Travaglio, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e tutte le migliaia di bloggers, italiani e non solo, che non vogliono arrendersi alla “ normalizzazione” che sembra avanzare a grandi passi e che permette al nostro grande, integerrimo, superdotato, unto dal signore di dichiarare in piazza (al telefono) che la colpa di tutto è di chi lo accusa di essere corruttore di minorenni e testimoni.

Peccato che il suddetto rifiuti di sottoporsi al giudizio, alimentando, lui per primo, il sospetto che, forse, queste accuse non sono poi così infondate.

Ma tanto in Italia siamo abituati ad affossare. Italicus, Ustica, Piazza Fontana per arrivare ai meno drammatici eventi Cirio, Parmalat (ma l'elenco potrebbe essere più lungo) sono tutti esempi di come molti italiani siano sempre pronti a dimenticare e a perdonare i colpevoli.

Del resto nel Parlamento italiano numerosi sono i condannati per reati anche gravi e nessuno sembra scandalizzarsi di essere rappresentato da delinquenti.

Ma sì, smettiamola di perseguitare il Silvio nazionale, e ringraziamo la provvidenza per averci regalato una persona come lui che, per andare evidentemente incontro alle necessità del popolo che in maniera così illuminata ed altruista governa, diminuisce gli spazi pubblicitari di SKY per aumentarli a Mediaset.

Ma il conflitto di interessi, in Italia, non è un problema, come il buon D'Alema ci ha insegnato.



La vignetta è di Andrea Bersani
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