sabato 8 maggio 2010

Bondi a Beverly Hills


E così il nostro ministro delle attività culturali non andrà a Cannes. Del resto che ci farebbe Bondi a Cannes? Non fa neppure caldo e poi non c'è niente da tagliare lì. Non c'è un pubblico ad ascoltare le sue atroci poesie d'amore per il premier (che probabilmente sono l'unico motivo per cui gli è stato affidato il ministero della cultura).Ma c'è un docu-film della Guzzanti, “ Draquila” che, poiché racconta la realtà, offende l'Italia.

Ma come, ieri il suo padrone sosteneva che in Italia c'è fin troppa libertà di stampa e oggi il ministro se la prende con un documentario?

E poi, per favore, finiamola con questa storiella che l' italiano è suscettibile e si offende ad ogni malefatta smascherata del premier. Molti italiani non si offendono per questo: si offendono per avere un personaggio come Bondi al ministero della cultura, con il solo mandato di tagliare i fondi a chi la cultura la fa e di elargire soldi pubblici con criteri a dir poco discutibili (siamo proprio sicuri che Natale a Berverly Hills sia un film di interesse culturale e come tale destinatario di finanziamenti?). Gli italiani si offendono ad assistere allo scempio che si sa facendo della scuola pubblica. Si offendono quando vedono i tentativi di asservire la giustizia alle voglie del capo. Si offendono a sentire un personaggio squallido banalizzare il significato dell'Unità del nostro Paese, lui che se ne va in giro con ridicole ampolle che dovrebbero rappresentare inesistenti popoli padani. Sarebbe lungo l'elenco delle ferite inferte da questa gente all'orgoglio ed alla onestà dei nostri concittadini. Ma l'offesa più grossa, quella che proprio non si sopporta più è quella si sentire simili personaggi, che non avrebbero la statura morale e culturale neppure per fare il parroco di campagna, accomunare tutti gli italiani in un afflato di rappresentatività che non gli appartiene. E non mi si dica che il Governo rappresenta tutti. E' il Parlamento che mi rappresenta, quello vituperato e privato delle sue competenze, ridotto com'è ad un votificio, è il Presidente della Repubblica che mi rappresenta, quello tirato per la giacchetta ogni volta che fa comodo ed offeso quando alza, anche timidamente, la voce, è la Costituzione che mi rappresenta, quella violentata ogni volta che si cerca di modificarla a proprio uso e consumo, è, retoricamente, la bandiera che mi rappresenta, quella con cui Bossi dichiara di “ pulirsi il culo”. Non questo governo, rappresentanza di una minoranza del paese, che non autorizzo a parlare in nome mio.


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mercoledì 5 maggio 2010

Scajola, gradisce un caffè?


A chi non è capitato, uscendo dal solito bar, sentirsi dire che il caffè ce lo ha offerto qualcuno che a stento conosciamo. E nessuno di noi si è impegnato più di tanto a capirne le motivazioni: una gentilezza da qualcuno che ci conosce e, probabilmente, ci stima. Certo 90 centesimi di stima non sono poi molti, ma 900 mila euro, magari, meriterebbero forse un'indagine ulteriore. Ma non per Scajola.
Il ministro più dimesso dei governi Berlusconi e sempre senza motivo. La prima volta per aver dato del rompicoglioni a Biagi che protestava per avere una scorta. Con gli esiti drammatici che conosciamo. Oggi per non aver capito che il mercato immobiliare ha delle regole e un appartamento nel centro di Roma, con vista sul Colosseo, ha un valore di oltre il doppio di quello che pensava di aver pagato.
Ma che ingenuone il nostro ministro, che bambinone innocente.
Certo, fino a che non sarà chiarita l'intera vicenda è opportuno presumerne l'innocenza, ma solo l'idea che un ministro della repubblica, politico navigato come Scajola ritenga di poter fare le dichiarazioni che ha fatto rappresenta di per sè un segnale politico preoccupante. A che livello è arrivata la corruzione nel nostro Paese se si ritiene possibile un simile fatto. Forse non siamo abituati a fare confronti, ma 900 mila euro corrispondono ad uno stipendio di 1500 euro mensili (neppure tanto basso, quindi) per 50 anni. A questo ammonta il caffè gentilmente offerto al nostro ministro. E pensare che qualcuno si permette di parlare di sensibilità e senso dello stato.


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