martedì 27 ottobre 2009

Vasco, Faber e la casta

Ma è mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban concludersi sempre con grandi puttane?

Coca cola a me mi fa morire, Coca cola a me mi fa impazzire.

Ecco, con dei versi di due grandi della musica italiana, la sintesi della politica di questi giorni.

Le abitudini sessuali dei nostri rappresentanti politici hanno valore pubblico o è solo una questione privata?

La risposta è semplice: chi mi rappresenta deve, sottolineo DEVE, rappresentare i miei valori, i miei ideali, le mie convinzioni, non soltanto politici, ma sociali e, soprattutto, ideali ed etici.

Questo vale a tutti i livelli: dai consiglieri comunali al presidente del consiglio.

Appellarsi alla privacy non ha senso: se la moglie di Cesare deve essere irreprensibile, figuriamoci Cesare.

Questo vale per Berlusconi come per Marrazzo.

Vedremo nei prossimi giorni come evolverà la questione del presidente del Lazio, circa la presenza di cocaina e l'inquietante sospetto che si tratti di una trappola montata ad arte a pochi mesi dalle elezioni. Ma quello che si sa è già sufficiente a ritenere che Marrazzo debba farsi da parte con più evidenza di quanto non abbia fatto.

Ma per favore … qualcuno dica a Cicchitto di stare zitto.

Ma pensa davvero che la gente abbia dimenticato che, non più tardi di un paio di mesi fa, il suddetto urlava il diritto alla privacy del suo mentore Silvio?

Davvero è convinto che i fatti di Villa Certosa abbiano una gravità inferiore di quelli di Via Gradoli?

Crede davvero di poter ergersi a difensore della moralità pubblica (a senso unico), lui che, non dimentichiamo, faceva bella mostra di sé in liste non proprio edificanti del gran maestro della P2 Licio Gelli?

Non posso pensare che la sua protervia si spinga al punto da ritenere che Marrazzo debba dimettersi, mentre Berlusconi possa tranquillamente continuare ad organizzare i suoi festini, pardon le sue gradevoli cene, come se nulla fosse successo.

Resta l'amarezza.

E sembra che i nostri politici facciano il possibile per allontanare sempre di più le persone comuni, che tutti i giorni litigano con il bilancio della famiglia, da una politica che è sempre più casta, moralmente corrotta, decadente, inamovibile!






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sabato 24 ottobre 2009

Il Bungee Jumping del PD



Sono molte, in queste ore, le persone che si interrogano sulla opportunità di andare a votare o meno per le primarie del Partito Democratico.
E non parlo di quelle che si “sentono parte” del PD; quelle che lo hanno votato o che ne hanno condiviso la creazione.
Parlo di quelle come me, che dalla sua nascita si sono sentiti privati di qualcosa, che non hanno visto nel PD la prosecuzione naturale dell'Ulivo né, tanto meno, la nascita di un vero partito delle riforme e del lavoro.
Che considerano il PD come uno di quegli sport strani che nascono in America e poi, chissà perchè, prendono piede anche da noi, un po' per convinzione (poca), e molto per piaggeria, a cominciare dal nome: democratico, come bungee jumping o downhill.
Insomma, quelli che alle ultime elezioni non sono andati a votare o hanno votato per qualche partitello fantasma, che gioca a dividersi in sotto-sotto frazioni in un gioco al massacro tanto caro alla sinistra italica.
Ma tant'è... domani i seggi sono aperti per questa kermesse e una decisione bisogna pur prenderla.
Per parte mia, non senza un po' di maldipancia, ho deciso di partecipare.
Andrò a votare, ma solo per votare Ignazio Marino.
Perchè?
Perchè oggi nel panorama politico italiano, a sinistra dell'UDC non c'è nulla se non le rissosità di Di Pietro che, sinceramente, mi convincono poco.
Perchè, en attendant, il PD rappresenta l'unica vera, forte opposizione parlamentare al governo di destra.
Ma occorre cambiare.
Bisogna essere più chiari e decisi su alcuni aspetti risolutivi per una politica riformista e del lavoro.
Le timidezze del PD su alcuni punti cardine non sono più tollerabili. Non si possono nascondere i problemi per non doverli affrontare, come non è igienicamente corretto nascondere la polvere sotto il tappeto.
Quali sono le proposte dell'attuale PD sui temi etici “caldi”, a parte contribuire a bocciare la legge contro l'omofobia?
Che dice su unioni di fatto, testamento biologico, fecondazione assistita?
E' possibile che, sull'insegnamento della religione a scuola l'unica posizione sia quella di accodarsi, alla spicciolata, alla proposta di insegnare anche l'Islam, che sa di demagogia e retorica e non si fa invece un discorso serio sull'ora alternativa, prevista dalla legge e poco e male applicata con la scusa della mancanza di fondi?
In questo mesto panorama l'unico che “dice qualcosa di sinistra” è Marino. L'unico che mette al centro del suo ragionamento la laicità. L'unico che unisce critica e proposta (il suo programma lo trovi qui. Agli altri due manca sempre qualcosa. Franceschini si porta dietro come un macigno il fatto di essere stato il vice di Veltroni e via, un po' di responsabilità per il disastro compiuto dovrà pur averla. Bersani... ma non stavamo parlando di un partito di sinistra?
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lunedì 5 ottobre 2009

Lo facciamo un giochino?


Oggi vorrei proporvi un gioco divertente, partendo da una premessa che forse stupirà chi è abituato a leggere i miei post.

La premessa è questa: in Italia le differenze tra sinistra e destra non hanno senso.

O almeno, non hanno senso in questa fase storico-politica. Mi pare evidente che il dibattito in corso divida gli schieramenti in due grandi "famiglie": chi ritiene che Berlusconi ed i suoi sodali rappresentino un pericolo per la democrazia, che il suo impero mediatico-finanziario falsi in maniera sensibile il gioco democratico, che le sue intemperanze sessuali ed erotiche rappresentino un rischio per la credibilità internazionale del nostro Paese, che le sue leggi ad-personam siano nauseanti ed inaccettabili e chi ritiene che tutto questo sia un'invenzione della sinistra, che l'attività del governo sia soddisfacente e che, in fondo, Berlusconi è un po' un ragazzaccio, ma in fondo fa quello che tutti vorrebbero fare.

Questa divisione attraversa in maniera trasversale entrambi gli schieramenti ed è fortemente presente tra le persone "comuni".

E' evidente che il presidente della Repubblica appartenga al primo schieramento, insieme al presidente della Camera, Fini.

Con questa chiave di lettura comprendo gli applausi entusiasti che hanno accolto Fini alla festa dei democratici: il riconoscimento di essere "uno di noi".

Fortunatamente non è solo, Fini, nel suo schieramento: basta leggere tra le righe delle dichiarazioni, o tra i silenzi, per comprendere che molte alleanze sono di facciata e di convenienza.

Ed allora il giochino: da che parte stanno i nostri politici? Quelli che conosciamo, che incontriamo, con cui abbiamo occasione di parlare, di destra come di sinistra.

Non per cercare gogne o anatemi ma per verificare la percorribilità di una proposta che a molti potrà sembrare indecente, mentre io credo che potrebbe essere una via d'uscita in questa situazione.

Verifichiamo l'esistenza in Parlamento di una maggioranza
trasversale alternativa a questa, creiamo un governo di garanzia che abbia il solo scopo di ripristinare regole democratiche e condivise, faccia piazza pulita di leggi e leggine salva premier, e, come unico incarico ulteriore, fronteggi la crisi economica che, come noto, non esiste, affidando l'economia ad un nome prestigioso (Draghi?).

Appena finito il suo ruolo (un anno, due?) riporti alle urne un Paese pacificato, democratico che sia in grado di confrontarsi nelle urne sui programmi e non sui proclami, sugli schieramenti e non sulle escort, e che sia certo che un simile incubo non possa ripetersi in futuro.

Dopo non mi preoccupa chi sarà il leader del Paese, se un esponente di destra o uno di sinistra; ma, probabilmente, Fini non sarebbe più accolto da applausi entusiasti da una platea di sinistra, magari non da fischi, ma da educati applausi di circostanza.

Ora, però voglio giocare anch'io: Alfano, da che parte sta? E Formigoni? E Alemanno? …….E D'Alema?


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