venerdì 27 marzo 2009

Milano rifiuta la manifestazione delle destre xenofobe d'Europa

Da settimane in rete circola l’inquietante notizia che il 5 aprile prossimo, a Milano, si svolgerà un “evento politico internazionale” promosso da Forza Nuova, con la partecipazione di esponenti del BNP (British National Party), del FN (Front National) e dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands), che insieme a Forza Nuova rappresentano le destre estreme europee. Sono note e conclamate le posizioni razziste, xenofobe, omofobiche, negazioniste di queste organizzazioni, la simbologia, il linguaggio, le iniziative si richiamano molto spesso e senza ambiguità alla cultura, le idee e i valori neonazisti. Per quanto riguarda Forza Nuova fu lo stesso ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga a chiedere alcuni anni fa lo “…scioglimento di Forza nuova” sulla base “del divieto costituzionale di ricostituzione del partito fascista e in base alle leggi ordinarie” (Corriere della Sera 25/4/2001). Così mentre in Italia si preparano le iniziative per celebrare il 25 aprile, giorno della Liberazione dalla dittatura fascista e dal nazismo, Milano città medaglia d’oro della Resistenza Partigiana rischia di essere trasformata nella capitale del neo nazismo europeo. Noi antifascisti abbiamo profondamente a cuore i principi e i valori democratici e di libertà garantiti dalla nostra Costituzione. Il richiamo alla nostra Costituzione, alla libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, che sono fondamento del patto sociale e civile della nostra comunità, è la bussola che ci consente di cogliere la pericolosa sottovalutazione delle attività e delle organizzazioni che orgogliosamente negano la Costituzione, si richiamano all’odio e alla discriminazione tra esseri umani, esibiscono una concezione autoritaria del potere, si ispirano al nazismo e al fascismo. Per questi motivi facciamo appello alle donne e uomini di Milano, democratica e antifascista, alle istituzioni, alle associazioni, al volontariato, ai sindacati, ai partiti perché sottoscrivano questo appello affinchè nella nostra città non sia consentito di ospitare l’iniziativa promossa da Forza Nuova.

Milano, 19 marzo 2009

Per sottoscrivere la petizione vai su:

http://www.petitiononline.com/nofn5apr/petition.html
oppure su
http://www.facebook.com/group.php?gid=63355986581

lunedì 23 marzo 2009

La prudenza non serve per prevenire incidenti


L'uso del preservativo non serve per combattere la diffusione dell'AIDS, ci vuole la castità: parola di Pontefice.

La prudenza nella guida non serve per prevenire incidenti, bisogna andare a piedi: parola di un imbecille.

In buona parte del mondo cristiano le parole del Papa in Africa hanno destato scalpore. Solo da noi questa notizia non ha suscitato particolari commenti da parte dei politici, di tutti gli schieramenti.

Eppure non sarebbe stato difficile assumere una posizione, magari blanda, per non lanciare messaggi sbagliati alle persone, soprattutto ai giovani.

Anche perché è evidente che ormai il problema non riguarda più, come direbbe qualche nostro esimio rappresentante leghista, qualche milione di negri che anche se si ammalano chi se ne frega, così almeno non vengono in Italia a violentare le nostre donne, a guidare ubriachi, a spacciare droga, a rapinare ville, ad occupare le nostre case popolari, a portare via il lavoro ai bianchi e via così con la sequela di insulti razziali che ci ha fatto meritare la patente di paese razzista da parte della comunità internazionale.

Ma si sa, chi potrebbe farlo è paralizzato al suo interno dalle diverse anime che, più che confrontarsi, si scontrano praticamente su quasi tutto, gli altri sono talmente occupati ad occuparsi dei propri affari che non hanno tempo per le faccende marginali, come la diffusione dell'AIDS.

Così si lasciano scorazzare, anche nella nostra politica, le più retrive, conservatrici, disumane prese di posizioni e le si ascoltano pretendendo di dare ad esse valore universale e di morale.

E, mentre le pur timide aperture del Concilio Vaticano II vengono ogni giorno rimesse in discussione, si riammette nella chiesa chi nega lo sterminio degli ebrei e si cerca di coprire con imbarazzo lo scandalo dei preti pedofili, nello stesso momento si condanna la bambina violentata a nove anni perché abortisce, si interviene pesantemente nella politica per impedire la ricerca sulle cellule staminali, si mette ogni giorno in discussione il diritto delle donne all'interruzione della gravidanza, colpevolizzandole come fossero assassine, senza neppure spendere una sola parola sul dramma personale che sempre accompagna decisioni atroci come quella di rinunciare ad una maternità, si scagliano parole disumane sul dramma di un uomo che, dopo averla assistita per oltre tre lustri, decide di por fine alle sofferenze della propria figlia, accompagnandola ad una morte più umana della finta vita cui era costretta, si condiziona il dibattito parlamentare sul testamento biologico con la quasi certezza di una legge brutta, che farà rimpiangere il vuoto legislativo su questo argomento.

E poi si grida allo scandalo per quattro autobus con su scritto che le persone non hanno bisogno di Dio per vivere bene la loro vita!


 


 


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venerdì 6 marzo 2009

La moschea di Genova


Ho ricevuto dalla Comunità islamica della nostra regione la lettera aperta inviata ai genovesi dopo la gazzarra che ha accompagnato, in Consiglio Comunale, la discussione sulla creazione di una moschea a Genova.

Mi definisco un agnostico e, personalmente, non sento la necessità di luoghi di culto, di qualsiasi religione, ma mi indigno nel constatare la prevaricazione strumentale che accompagna la richiesta di poter esercitare un diritto, come quello di professare un credo.

E' evidente che non di guerra di religione si tratta. Sarei curioso di sapere quante di quelle persone ritratte nella foto sono ferventi osservanti di una religione diversa da quella islamica e con quale convinzione frequentano le chiese cattoliche la domenica.

Né di cultura. I contenuti ed i toni della lettera sono la migliore dimostrazione di questo.

Solo una parola può definire quanto accade. Razzismo.

Il mondo ha già pagato atrocemente per questo atteggiamento. La fermezza e la convinzione con cui contrasteremo questa feroce ed incivile deriva sono le uniche armi con cui potremo evitare, in futuro, il ripetersi dei troppi drammi che, in nome di una religione, di una diversità o di un colore della pelle hanno colpito ed insanguinato la nostra specie.


 


LETTERA AI GENOVESI

LA NOSTRA MOSCHEA SARÀ UN LUOGO DI INCONTRO E AMICIZIA

http://www.islam-liguria.org/


 

SALAH HUSEIN e ZAHOOR AHMAD ZARGAR

Cari cittadini genovesi,

è con grande tristezza che oggi ci rivolgiamo a voi, in relazione ai disordini del Consiglio comunale del 3 marzo avente per tema la moschea.

Sappiamo che le proteste hanno riguardato solo una minoranza di persone, eppure quella minoranza che tanto contrasta una decisione coraggiosa, ma giusta e rispettosa della Costituzione, dei diritti umani e delle leggi, che il Sindaco sta portando avanti, ci riempie di disagio.

La comunità islamica genovese  ha sempre dimostrato disponibilità al dialogo senza preconcetti, crede fortemente nei valori democratici, nella dignità umana, ha lavorato assiduamente, insieme a voi, per migliorare la società multiculturale che siamo chiamati a vivere. Mai abbiamo dato adito a sospetti di voler essere diversi da qualunque italiano per bene: lavorare, crescere le proprie famiglie con rispetto per sé e per gli altri.

Che cosa ci divide? Il professare un'altra religione, sorella della vostra, con la quale ha in comune valori e principi, oltre alla fede nello stesso Dio? Perché, dunque, questi anni di sofferenza e di attesa per avere un luogo di culto? Perché rifiutarci quello che la stessa civiltà millenaria di questo paese inviterebbe a concedere facilmente?

Mai e poi mai la nostra moschea diverrebbe fonte di degrado per qualsiasi luogo di Genova: sarebbe uno spazio di dialogo interculturale, di apertura e, non ultimo, anche un'attrattiva turistica per la città. Non toglierebbe vita e lavoro, ma potrebbe produrne, oltre che respiro di civiltà.

Perché, dunque, un'atmosfera tanto combattiva contro di noi?

Noi amiamo questo paese come e più del nostro, qui viviamo e qui crescono i nostri figli, molti di noi hanno acquisito la cittadinanza italiana e, se pensiamo al futuro, la gran parte di noi lo vede qui, tra le braccia di questo paese bellissimo e fecondo.

Noi obbediamo alle leggi e vogliamo migliorare, insieme a voi, nel progresso economico ma anche morale e civile. Proprio come voi.

Perché offenderci, perché denigrarci, perché impedirci di rivolgere la nostra voce a Dio in un luogo decoroso ma soprattutto limpido, aperto a voi tutti, con la fratellanza alta dell'animo?

Permetteteci ora di rivolgere i sentimenti della nostra più grande solidarietà al Sindaco che subisce pressioni e insulti perché ha fede nelle importanti conquiste della civiltà, nell'uguaglianza degli esseri umani, nei diritti di ognuno.

Come noi, non merita davvero un trattamento tanto pesante!

E, ancora una volta, vogliamo rassicurare i residenti del quartiere Lagaccio e i genovesi in generale che la moschea non creerà nessun degrado alla loro località, ma sarà apportatrice di valori umani, amicizia, fratellanza, rispetto reciproco, e che noi siamo e saremo sempre aperti al dialogo e a qualsiasi chiarimento.

Ringraziamo anche tutti cittadini genovesi che hanno dimostrato solidarietà con la comunità musulmana e i cristiani che ci hanno sempre aiutati, aperto le loro mani e soprattutto il loro cuore, credendo, come noi, in un futuro comune di pace.

Noi abbiamo accettato per anni tutto quanto ci è stato proposto per venire incontro alla collettività: ora è il momento di iniziare a costruire la moschea nostra ma anche vostra, testimonianza di ricchezza di idee, sentimenti, cultura.

Ingegner Salah Husein

Presidente Comunità islamica di Genova

Dottor Zahoor Ahmad Zargar

Presidente Comunità dei musulmani della Liguria

 
 




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mercoledì 4 marzo 2009

Laicità e diritti

Pubblico il link ad un video pubblicato su Facebook perchè questa piattaforma non mi ha consentito di pubblicare il video direttamente. Anche se risale a quattro anni fa mi sembra significativo di come sia possibile affrontare "laicamente" un tema come quello, per noi tabù, dei matrimoni gay.
E' triste pensare che, nel nostro Parlamento, non c'è nessuna forza politica in grado di sostenere le stesse argomentazioni. Solo la (ri?)nascita di un partito veramente laico ed indipendente dalle pressioni ed i veti delle gerarchie ecclesiali potranno farci fare passi avanti verso la concreta applicazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione che, voglio ricordarlo, dice:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese


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lunedì 2 marzo 2009

L’ossimoro di Franceschini

Contravvenendo ad una mia abitudine, ieri sera mi sono soffermato ad ascoltare l'intervista al neo segretario del PD, Dario Franceschini.

Le sensazioni che ho avuto sono tutto sommato positive: mi è parsa una persona molto determinata nel portare avanti il suo ruolo nel tentativo di rimettere insieme i cocci di quello che resta di un progetto che avrebbe dovuto cambiare e condizionare la politica del nostro paese, rendendo organica la sperimentazione di avanzate forme di alleanze, come l'Ulivo.

Una svolta rispetto alle difficoltà della gestione Veltroni, paralizzata dalle divisioni interne, da una eccessiva vaghezza di azione politica e di programma, da uno scimmiottamento addirittura patetico di quanto avveniva oltreoceano, dopo la vittoria di Barak Obama.

Una sterzata verso una forma di opposizione più incisiva e fatta di proposte alternative, come quella dell'assegno a favore di chi, non tutelato, perde il lavoro.

Tutto bene, quindi?

Non proprio. Permangono due questioni, ancora in sospeso, e non sono due questioni marginali.

La prima: la collocazione europea. Inutile continuare a sostenere che il PSE ha fatto il suo tempo e deve rinnovarsi e che solo in Italia si è scelta la strada giusta: non la pensa così il socialismo spagnolo e quello inglese, che le elezioni le hanno vinte, né quello francese o tedesco che, al contrario, le hanno perse.

La collocazione europea non è questione di lana caprina, o di etichette: il giorno prima delle elezioni per il Parlamento Europeo questa coinvolge i programmi futuri, le alleanze, le politiche.

Ma è sul secondo aspetto che restano, tutte immutate, le riserve.

E' quasi divertente sentire Franceschini definire la laicità dello stato un concetto SACRO. Non di sacralità si parla, ma di intrinseca convinzione e di assunzione di questa come una necessità ed un valore ideale.

Non è vero, come ha affermato il neosegretario, che sui temi etici, anche nell'Ulivo vi erano opinioni diverse e questo non destava scandalo. C'erano, è vero, differenze, ma gli urli e gli anatemi si sono sollevati, e giustamente secondo me, per le conseguenze che tali differenze hanno provocato. Non è forse un tema etico il concetto di guerra o di pace? Non si è urlato contro i Rossi ed i Turigliatto per le loro posizioni che hanno messo in crisi evidente il governo Prodi? Che cosa accadrebbe se, fra cinque anni, il PD si trovasse a governare con un margine risicato e si trovasse nella necessità di legiferare su temi "delicati"? Sarebbe ancora ammissibile la "libertà di coscienza"?

Sono queste le risposte che mancano. E su cui sembra mancare la volontà di intervenire.

La chiarezza su questi temi darebbe al PD quello che ancora non ha per essere un grande partito e non soltanto un'alleanza elettorale tra diverse fazioni: l'idealità e l'orgoglio di appartenenza.

Un consiglio a Franceschini: se davvero considera così importante la laicità nell'azione politica, insedi una apposita commissione e stili un manifesto chiedendo a tutti i candidati, in ogni ordine di tornata elettorale, di sottoscriverlo e di impegnarsi su questo.

E in base a questo chieda ai riformisti che oggi non si riconoscono nel progetto di non astenersi, alle prossime elezioni, per contribuire ad esso e non soltanto per ostacolare la destra berlusconiana.