A costo di essere considerato politicamente scorretto, voglio esprimere la mia solidarietà a Rosy Bindi.
Le cose che ha detto non mi scandalizzano neanche un po' e mi stupisco che Bersani abbia preso le distanze dalle sue dichiarazioni.
Una cosa è condannare la violenza, da qualsiasi parte provenga e verso chiunque sia rivolta. Altra è rinunciare al proprio diritto di analisi e di critica degli avvenimenti.
In fondo la Bindi ha detto solo cose che molti, in Italia e non solo, pensano da tempo. Il modo di governare di Berlusconi è finalizzato a dividere il Paese, a contrapporre una fazione contro l'altra, alla individuazione di un nemico, in modo da concentrare su questo l'attenzione della gente, distraendola dalla incapacità di risolvere i problemi di tutti, impegnato com'è nella risoluzione dei propri.
Non userei mai la forza per colpire un mio avversario, né giustifico chi lo fa; al contrario, la mia condanna è forte e decisa.
Questo non significa che rinuncio all'analisi di come a questa violenza si arrivi. Non per giustificarla ma per capirne la genesi.
Non farlo significa rischiare di dare ragione a chi, immediatamente dopo il gesto di un povero malato, già indicava responsabili e mandanti, invocava leggi speciali repressive verso i mezzi di comunicazione, si autoassolveva dalle proprie responsabilità, addossandole tutte all'”altro”, continuando ad alimentare la divisione, l'odio, la violenza.
Ha ragione Napolitano. E' necessario abbassare i toni, tutti insieme. E per farlo esiste una sola strada: partire dal rispetto delle regole che, in tempi non sospetti, ci siamo dati per convivere civilmente: la Costituzione, l' indipendenza dei poteri, l' uguaglianza davanti alla legge.
5 commenti:
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Dopo le offese che ha ricevuto in diretta tv dal Berlusca la Bindi si è tolta qualche sassolino su La7 e con molto spirito.
A domanda diretta ha detto all'incirca: è disponibile ad andare a trovarlo all'ospedale, non solo perché per un credente è un'opera di misericordia. Ma sa che il B preferisce le belle donne. :-))
Contrapposta alla Gelmini ha fatto un figurone (anche sul piano estetico, se posso permettermi.).
Vabbé, auguri a tutti noi che guariscano presto, l'Italia, ma anche il B: così lui si mette a fare il nonno o quel che gli pare e noi adulti riprendiamo a cavarcela da soli senza Papi
PS
Preoccupante la storia dei mandanti, non sapevo che mandare a **** qualcuno fosse reato :-)
Ahimè, Maroni ha confermato che mandare a *** qualcuno è un reato, se il qualcuno è uno dei suoi. Finchè su FB si inneggiava alla mafia o allo stupro di gruppo e su Radio Padania si diceva di approfittare della situazione per picchiare quelli dei centri sociali, il buon Bobo passava il suo tempo a suonare il sax.
sembra che in Italia tutto la discussione politica sia finalizzata a creare consenso, ogni tanto pero' che qualcuno dica cio' che pensa davvero sarebbe opportuno.Beh Rosy Bindi lo ha fatto e anch'io la penso cosi'. ciaooooo
A quanto pare la violenza che serpeggia un po' ovunque nella nostra beneamata società occidentale - neocapitalista o postmoderna che dir si voglia - e che di quando in quando esplode anche in tempo di (relativa) pace nelle degradate periferie metropolitane o in occasioni che dovrebbero essere "ludiche", come le partite domenicali negli stadi, o di protesta civica - come quella dei noglobal a Copenahen - (e non parliamo nemmeno della repressione cruenta dei dissenzienti in Iran) si è inopinatamente materializzata nel folle gesto dell' artista fallito e borderline Tartaglia, che ha siglato così il capolavoro della sua carriera di frustrato cronico e delirante, nel tardo pomeriggio festivo di una Milano prenatalizia, imprimendo una svolta (ancora non si sa se in avanti o indietro)a tutta la politica italiana. Quasta si chiama eterogenesi dei fini: a volte da un male può derivare un bene. Per chi è tutto da vedere. Al momento a raccogliere i frutti dell'insano gesto è l'illustre vittima. E se putacaso il Pdl vincesse a mani basse le prossime elezioni regionali, e l'opposizione votasse in fretta una legge sul legittimo impedimento che sollevi il Presidente del Consiglio dalle sue noie giudiziarie, il povero untorello Tartaglia non si sarà meritato, oltre al perdono già regalmente concesso, anche una medaglia al valor civile?
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