In questi giorni molte famiglie sono alle prese con l' iscrizione dei propri figli a scuola e, come tutti gli anni, sono posti difronte alla scelta di avvalersi o meno dell' insegnamento confessionale della religione cattolica.
Spesso questa scelta è fatta in modo superficiale, non per effettiva convinzione. Io stesso conosco famiglie che, pur non sognandosi neppure di entrare in una chiesa, fanno la scelta più facile e comoda, impedendo così, inconsapevolmente, l' esercizio di un diritto ad altre famiglie.
E' di tutta evidenza, infatti, che meno sono i bambini ed i ragazzi che si avvalgono di questa opportunità, più è facile, per i direttori didattici, eludere la norma che prevede per le scuole l'obbligo di proporre insegnamenti alternativi a quelli della religione cattolica, con la scusa dei costi eccessivi che l'organizzazione di corsi alternativi comporterebbe per un esiguo numero di partecipanti.
La cosa, già negativa di per sé, perchè provoca una evidente discriminazione ai danni dei pochi che rifiutano l'insegnamento, è ancora più odiosa grazie ad una ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione ( OM 26 del 15 marzo 2007) che attribuisce addirittura crediti formativi a chi frequenta l'ora di religione. Per evitare una palese anticostituzionalità detta ordinanza estende i crediti anche a chi frequenta eventuali ore alternative che, però, non sono mai organizzate per i motivi di cui sopra. Il famoso comma 22 di Sturmtruppen: chi è pazzo può richiedere di essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato non è pazzo. Solo che in questo caso non si tratta di un fumetto, ma del futuro e della vita dei nostri figli!
Il gruppo scuola e laicità di Savona ha messo a punto un video, molto simpatico, che illustra questa evidente discriminazione. Penso valga la pena di diffonderlo e far conoscere il problema.
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