giovedì 11 febbraio 2010

L'etica postuma di Bertolaso


Servitore dello stato, grande sensibilità democratica, rispetto per le istituzioni, vittima di accanimenti.

Sono le definizioni date a Guido Bertolaso, il giorno dopo la notizia dell'arresto di suoi stretti collaboratori e l'indagine a suo carico per corruzione.

Figuriamoci cosa sarebbe successo se, dalle intercettazioni telefoniche, fosse emersa la sua incorruttibilità. Forse la santificazione sarebbe stata insufficiente.

Purtroppo ormai sfugge a tutti il fatto che da un funzionario pubblico il minimo che ci possa e debba aspettare, prima della competenza, prima della disponibilità, prima dell'efficienza, prima dell'efficacia degli interventi, è la sua onestà ed integrità.

Invece sembra che il fatto di avere responsabilità pubbliche sia diventato un viatico per arricchimenti personali, regali sontuosi, disponibilità imbarazzanti, impunibilità.

La nostra adesione all'Europa non ha portato con sé, ahimè, la stessa visione della politica e del ruolo pubblico e se i premier degli altri Paesi vanno al lavoro in bicicletta, da noi, sui voli di stato si ospitano chitarristi e prostitute; se ministri si dimettono perchè si è accettato un regalo a Natale, da noi le dimissioni si rifiutano anche sotto accusa di corruzione; se il figlio di un presidente viene nominato al vertice di un ente pubblico, subito fanno seguito imbarazzate rinunce, da noi si candidano alle elezioni compiacenti signorine.

La sensibilità democratica, il rispetto delle istituzioni si misurano dalla capacità di restare integerrimi, non da quella di andarsene se si viene scoperti con le dita nella marmellata.


L'immagine è tratta da euronews.net
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2 commenti:

speradisole ha detto...

Ho letto un po' "il Giornale" così per farmi un'idea. Non cambia niente. Feltri usa lo stesso fango per buttarlo addosso agli altri. Adesso tocca a Bersani, reo di aver scritto una lettera a Bertolaso, quando era ministro di Prodi, perché si prendesse cura di un evento europeo.
E forse una novità? Un ministro chiederà l'intervento di chi può fare una cosa, non chiede mica di privatizzare il tutto a suo benefico.
La solita solfa. E c'è chi ci crede.

Fulvio Sguerso ha detto...

A volte mi sembra di vivere in un brutto sogno, in uno di quei sogni da cui si spera, appunto, che siano solo frutto di una febbre passeggera o di un'indigestione. Indigestione di cosa? Non certo di buone notizie. Oh, ce ne saranno anche, di buone notizie, basta cercarle, nevvero? In fondo non tutti i cittadini e le cittadine di questo Paese si lasciano corrompere o, se hanno un qualche potere, tentano - e magari ci riescono - di corrompere altri cittadini o cittadine. A qual fine? Per esercitare ancora più potere, tanto per confermare il detto che l'appetito vien mangiando? Per far fronte alle spese crescenti di una famiglia "allargata"? Per adeguarsi alla morale corrente nelle alte sfere della finanza e della politica? Per dimostrare a tutti il proprio "valore"? Per solidarietà con i compagni di partito che hanno guai con la giustizia? A proposito di giustizia, ho sentito dire che andrebbe riformata. Eh già, ma da chi? Come da chi: dalla classe politica, da chi altri? Ma da "questa" classe politica o da una nuova? Perché? Ce n'è forse una nuova? Dove? Forse dentro la vecchia? Ci sono ancora dei vecchi compagni disposti a vivere (e a morire) per la giustizia? E quanti sarebbero? Due? Tre? (Giusti son duo e non vi sono intesi)? Scriveva un poeta nel 1961: "Africa, mia sola alternativa......". Ma non disperiamo, le regionali si avvicinano, e i cittadini e la cittadine che hanno a cuore la giustizia sapranno per chi votare. O no?