mercoledì 31 marzo 2010

Non sarò originale, ma la penso così!


Non basta vivere in una regione che ha riconfermato la giunta di centrosinistra per essere contenti.

L'avanzata della Lega, spinta dai sentimenti più beceri e retrivi, copre di una cappa asfissiante tutto il nord ed i rischi di una ulteriore stretta in senso nazional-populista sono sotto gli occhi di tutti. Da domani saremo nuovamente gratificati dalle esternazioni di Borghezio o Gentilini sugli immigrati e sulle radici cristiane (sic!) del nostro Paese. Le ricadute sul governo ci saranno e Bossi alzerà la voce anche perchè risulta evidente che la Lega è la vera stampella di questo Governo che, altrimenti, uscirebbe fortemente ridimensionato da queste elezioni.

Certo, forse ci eravamo un po' illusi che le urne avrebbero dato un responso diverso, ma è evidente che, agli italiani, vanno bene le sceneggiate berlusconiane che, lungi dal rappresentare il partito dell'amore, fonda sull' odio il proprio potere: odio verso tutti coloro che non lo riconoscono come “superiore” e quindi intoccabile.

Il voto di ieri ha però messo in evidenza come, nel centro sinistra, sia necessario ripensare una strategia, soprattutto da parte del PD. Maggiore incisività nell'opposizione; più decisa caratterizzazione come partito, abbandonando le elucubrazioni dalemiane sulla crisi delle ideologie e l'anacronisticità (si dice così?) dei concetti di destra e sinistra; maggiore attenzione al rinnovamento dei dirigenti, troppo spesso oggi creati con una sorta di “ clonazione” da parte dei vecchi leader (nuovi si, ma uguali in tutto e per tutto a quelli che hanno portato la sinistra in questo sfacelo); maggiore apertura verso gli umori della gente di sinistra. Sono questi, mi pare, gli argomenti che il partito di riferimento del centrosinistra dovrà affrontare e prima e con più decisione lo farà, meglio sarà per tutti noi.

A partire dalla scelta del leader per le prossime politiche. Che dovrà essere ricercato anche al di fuori degli schemi cui il PD è abituato: un giovane? Una donna? Un esterno al partito? O banalmente Bersani?

Che è poi lo stesso problema che si trova oggi ad affrontare il centrodestra. Chi è pronto a scommettere che, nel 2013, il leader sarà ancora il settantasettenne Berlusconi?

A meno di una ennesima forzatura istituzionale del cavaliere, come una sfiducia pilotata in Parlamento che apra le porte ad elezioni anticipate. Ma grazie al cattivo risultato del PDL, che ha perso circa il 10% rispetto alle precedenti politiche, almeno questo rischio sembra scongiurato. Ma la Lega si accontenterà del sindaco di Milano, come Bossi ha già rivendicato, o cercherà di uscire dal fortino del Nord, candidandosi a leader dello schieramento, magari con Maroni? E gli uomini di Fini? Si accontenteranno di una Polverini soltanto o saranno in grado di alzare la voce? Nell'attesa di sciogliere questi interrogativi aspettiamoci un veemente assalto del premier alle regole democratiche, per riaffermare il potere suo e dei suoi cortigiani e per impedire che la Magistratura tolga definitivamente il velo alla rete di corruttele e malaffare che avvolge la sua vita in una ragnatela inestricabile.




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1 commento:

Minàs Logaràs ha detto...

Castrazione chimica per i pedofili. Strano, non se ne parla più.

L'On. Carolina Lussana, Lega Nord sulla Padania ripropone la castrazione chimica per i pedofili

Veltroni: "Duri contro la pedofilia Sì alla castrazione se funzionasse" su la Repubblica

Peccato che il primo articolo sia del 18 febbraio 2008 e il secondo del 26 febbraio 2008.

Poi la proposta è finita nel dimenticatoio, ma da quando è scoppiato lo scandalo dei preti pedofili non se ne sente parlare nemmeno per sbaglio.

Sono diventati tutti buonisti o mi sfugge qualcosa?