Lo confesso, nei confronti di questo governo sono un po' prevenuto e, come per il bicchiere, sono più incline a vederlo mezzo vuoto, piuttosto che mezzo pieno.
Questo è valido anche per gli ultimi provvedimenti in materia economica. La politica degli incentivi, a mio modo di vedere, non serve a superare una crisi pervasa come quella dalla quale, noi più di altri paesi, stentiamo ad uscire. Non è utile perchè non è strutturale, ma rappresenta solo interventi tampone, destinati a cessare e quindi a non creare posti di lavoro stabili. Qual'è l'industria che aumenta il proprio personale sapendo che gli eventuali maggiori ordinativi sono destinati a cessare nell'arco di sei mesi o un anno?
Che cosa hanno prodotto gli incentivi all'acquisto dell'auto (panacea di tutti i mali a sentire i Tremonti e gli Scajola di un anno fa)? La chiusura prospettata di una fabbrica, con le evidenti ricadute occupazionali in un'area con poche possibilità di ripresa come quella di Termini Imerese, cassa integrazione in tutto il gruppo, cali occupazionali, crisi del settore. Il tutto tra i guaiti e le inutili proteste del ministro dell'industria che finge di ignorare che la crisi di oggi è figlia dell'errore di ieri.
Ciò che è grave che non si è imparato dal proprio errore. Si continua a decidere su quali settori puntare: ieri le auto, oggi le cucine e le moto elettriche.
Il problema è che la crisi riguarda essenzialmente le famiglie a reddito più basso che certamente, avendo le difficoltà collegate alla classica quarta settimana, non sono in grado, comunque, di investire migliaia di euro in beni durevoli.
Il provvedimento dovrebbe essere diverso, come già ho scritto in un post precedente: interventi strutturali sul costo del lavoro, attraverso la leva fiscale, alleggerendo così i bilanci delle imprese (solo quelle che operano sul nostro territorio, si badi bene, non la kawasaky o la yamaha) e garantendo un netto superiore ai lavoratori ed alle lavoratrici, consentendo loro di incrementare i consumi.
Ma forse questi provvedimenti hanno scarso impatto emotivo e sono poco utili in vista delle elezioni regionali. E' senz'altro meglio promettere la sconfitta del cancro come è stato fatto dal palco di Piazza San Giovanni, illudendosi di essere dinanzi ad una folla osannante e negando la verità di un declino che sembra inesorabile e quasi patetico, rallentato solo dalla malafede di cortigiani ben retribuiti e dalla miopia della gente che, illusa o manipolata, continua a credere al miracolo italiano che, ormai, esiste solo nelle vignette degli umoristi.
La vignetta è tratta da www.gianfalco.it
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