giovedì 15 maggio 2008

Walter e la sindrome di Stoccolma

Nel momento in cui scrivo è in corso la votazione per la scontata fiducia al Berlusconi IV al Senato.
Dall’andamento del dibattito, sia al Senato che alla Camera, una cosa emerge con chiarezza: quello che viene definito il mutato clima politico nei rapporti tra maggioranza e opposizione.
E’ giustificato, e da che cosa, questo inusitato fair play dei maggiori rappresentanti dei due schieramenti?
E’ condiviso dagli elettori che fino ad un mese fa sentivano insulti ed accuse da entrambe le parti (soprattutto da una)?
E’ giusta l’obbiettiva apertura di credito nei confronti del nuovo Governo da parte di ciò che resta del centrosinistra?
Personalmente mi sento di rispondere con un convinto no a tutte e tre le domande, basandomi, per questa posizione, su un ragionamento banale.
Una simile posizione sarebbe giustificata solo da una condivisione del modello di società che si vuole costruire; se così non fosse, se si fosse animati da una idea alternativa di società, allora il no aprioristico e l’opposizione decisa non sarebbe una demonizzazione dell’avversario, ma la sottolineatura di una “diversità” dal modello proposto.
E gli elettori ed i militanti del PD sono convinti della giustezza dell’eliminazione totale dell’ICI (non dimentichiamo che già il 40% delle case sono esenti, grazie ai provvedimenti del defunto Governo Prodi), della detassazione degli straordinari che, come dice Epifani, rappresenta un ostacolo all’aumento dell’occupazione e discrimina nei fatti la parte più debole del mondo del lavoro (le donne, i precari, i lavoratori in aziende in difficoltà), della lotta indiscriminata ai cittadini extracomunitari e non, addossando ad essi la responsabilità della pretesa scarsa sicurezza delle nostre città?
Ed è corretto sospendere il giudizio sulle ronde padane (vedi ad esempio la posizione assunta dal Presidente della nostra Provincia), allinearsi alle critiche alla libertà di stampa e di espressione?

Ma allora perché la svolta “buonista” del leader del PD?

Veltroni è riuscito nel suo progetto di eliminare la sinistra, attribuendo a questa tutte le responsabilità della ingovernabilità del Paese (ma i capricci di Dini e Mastella se li sono già dimenticati tutti?), ma ora, visti i numeri usciti dalle urne, ha un bisogno vitale di non essere marginalizzato dal dibattito politico, ed allora, come le vittime dei rapimenti, si aggrappa al suo rapitore, cercando di accreditarsi presso di lui come leader affidabile, aperto al confronto, disponibile.
Credo che la rinascita di una sinistra vera nel nostro Paese non possa passare che dalla denuncia forte di questa evidente e pericolosa subalternità, rispetto ad una destra arrogante che porta in Parlamento, ed al Governo, fascisti dichiarati, corrotti e corruttori, condannati in via definitiva per i reati più vari.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Walter prigioniero è solo l'ultimo. Abbiamo già visto imprigionare ed anche imbavagliare prima i laici poi quelli di sinistra. I dirigenti del PD partono dovendo difendere un'entità senza identità, un partito senza storia e con motivazioni più che altro organizzative: insomma una cosa che non ha i numeri per essere ricordata dai posteri. Vista dal punto di vista dell'ostaggio non c'è altro da fare. Vista dal nostro vengono in mente piani di evasione.
Resistere, combattere, resistere.

anna ha detto...

un solo commento. Voglio Zapatero!

anna ha detto...

mi pare che in tutto il parlamento l'unico che stia facendo opposizione è Di Pietro. La Finocchiaro con la difesa di Schifani ha peggiorato la mia visione del PD. Non credo si possa tenere a bada questa maggioranza con le bandiere bianche. Mi pare che l'unica cosa che possiamo fare ora e sempre resistenza!

Anonimo ha detto...

Propongo alla Spagna uno scambio: Zapatero a noi e città del vaticano con annessi e connessi a loro compreso il responsabile del sequestro di massa della città di savona. Stefano