Archiviato il centocinquantenario dell'unità d'Italia tra tante bandiere e un po' di retorica (o, se preferite, un po' di bandiere e tanta retorica) vorrei fare alcune considerazioni su come abbiamo vissuto questo appuntamento.
Innanzitutto credo sia importante, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, mettere in evidenza come una festa “inventata” dal presidente del consiglio, probabilmente per dare un contentino ai suoi alleati più “nostalgici”, si sia tramutata in una grande occasione per il centro sinistra che, finalmente, ha fatto vedere di esserci, più col popolo che con i dirigenti a dire il vero, ma dando comunque un segno di vitalità che fa ben sperare.
La seconda riflessione che credo meriti di essere fatta riguarda il comportamento della Lega che non ha perso occasione, prima, durante e dopo il 17 marzo, per dichiararsi estranea ed ostile nei riguardi di questa ricorrenza e dell'inno nazionale che, ovviamente, è stato, insieme alla bandiera, il protagonista di questa giornata.
La Lega ha dimostrato con i fatti quello che è davvero, qual'è la sua essenza.
E' indubbio che il risorgimento sia stato fortemente caratterizzato dalla presenza e dall'impegno di migliaia di giovani del nord. Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria sono le regioni da cui, con più convinzione, i ragazzi hanno partecipato, anche a costo della propria vita alle sanguinose battaglie che hanno caratterizzato quel periodo.
Nei fatti l'unità d'Italia si regge sul sacrificio dei giovani del nord che oggi, la Lega, vitupera ed offende con il proprio comportamento.
Insomma, un partito che si definisce di massa che non da valore al sacrificio dei suoi giovani che partito è?
E' come se i partiti della sinistra italiana rinnegassero la resistenza e il 25 aprile e se ne andassero al bar come ha fatto il trota, astro nascente della Lega.
Insomma un partito tutto elettoralistico, senza ideali, senza storia costretto, per trovare un minimo significato ai suoi folkloristici simboli, ad inventarsi una inesistente cultura celtica ed una ancora più inesistente padania.
Pronto a buttare alle ortiche promesse ed impegni appena gira il vento, pronto solo ad inseguire le convenienze clientelari del momento.
Un serio programma che partisse dai bisogni e dalle necessità della gente è il vero antidoto a questo morbo che si diffonde. Non la ricerca di pericolose alleanze o benevolenze.
3 commenti:
SECONDO L’ART. 67 DELLA COSTITUZIONE I LEGHISTI DEVONO DIMETTERSI !
17 MARZO 2011 DI IL GIUSTIZIALISTA 24 COMMENTI
Il comportamento dei leghisti, cioè la mancata partecipazione ai festeggiamenti di questi giorni per i 150 anni dall’unità d’Italia, non è solo di cattivissimo gusto ma è anche anticostituzionale. Secondo l’art. 67 della Costituzione:
“ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato ”
I parlamentari, esercitano la rappresentanza della Nazione e non dei cittadini, nemmeno dei partiti, nemmeno dei movimenti e nemmeno di nessuna altra associazione.
Cio’ vuole dire che, i leghisti eletti in Parlamento devono esercitare la rappresentanza della Nazione e non della Destra, non del Nord, non della Lega, non dell’inesistente Padania.
Per dirla ancora meglio, i leghisti eletti in Parlamento dovevano partecipare alle celebrazioni di oggi, in quanto parlamentari che rappresentamo la Nazione ( e secondo l’Art. 5 della Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile…”)
Se non volevano rappresentare la Nazione, fino a ieri, potevano fare una sola cosa: dimettersi dal Parlamento. Dopo oggi, secondo la Costituzione, non possono ma devono dimettersi. i
Il problema è che per questa maggioranza la Costituzione è un fardello inutile. Figurarsi se qualcuno ha intenzione di dimettersi per aver offeso la Nazione! L'unica strada è batterli politicamente e rimandarli a casa a blaterare di ampolle, sacro po e carrocci.
Hai totalmente ragione... Ma si sa, la Lega è un partito d'ignoranti (nessuna offesa a chi li vota, anche se il solo fatto di votarli...) e figurarsi se ci penserebbero due volte a quel verso dell'Inno di Mameli "Dall'Alpi a Sicilia, dovunque è Legnano..." già, la loro amata Legnano, dove i Comuni Lombardi sconfissero il Barbarossa. Ma chi ci pensa più alla storia? Per loro l'importante è cacciare i tunisini e dimostrare la loro ignoranza... Contenti loro.
Posta un commento