La Gelmini non smette mai di stupire. E' davvero un vulcano di idee, di trovate, di innovazioni. Peccato che non ne azzecchi una! Dopo il grembiulino, il maestro unico, il creazionismo al posto dell'evoluzionismo darwiniano, la geografia, i crediti formativi a chi si avvale dell'insegnamento confessionale della scuola cattolica, ecco i fuochi d'artificio destinati ai ragazzi dell' ultimo anno dei licei.
Come un prestigiatore, basta un piccolo gesto e voilà, al posto della realtà ecco comparire la finzione: credevate che l'Italia fosse uscita dalla guerra e dal fascismo grazie alla resistenza? Sapete quella cosa di sessant'anni fa che ha impegnato uomini e donne, vecchi e giovani in una guerra di liberazione che ha posto le basi per la nascita della Repubblica e della Costituzione? Quella che si celebra il 25 aprile, con deposizione di corone di fiori, fiaccolate, comizi? I tecnici del Ministero della pubblica (d)istruzione ritengono che non valga la pena di inserirla tra gli argomenti da insegnare, insieme all' “inizio della società di massa...il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l'aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l'Onu), la formazione e le tappe dell'Italia repubblicana”.
Ovviamente i tecnici si affrettano a dire che non c'è nessuna volontà negazionista, ma si lascia ai presidi la decisione di come inserirla nell'insegnamento.
Ovviamente: la scusa è peggiore del male. La resistenza è per questi signori di così poco valore nella nostra storia che si lascia alle singole scuole come e se insegnarla. Del resto con tutti i soldi che l'ineffabile Gelmini mette a disposizione delle scuole che ci vuole ad organizzare un corso ad hoc, magari a fianco ad uno sull'uncinetto al tombolo!
Per fermare questo revisionismo si può dire la propria, entro il 22 Aprile, sul forum dell'Indire.
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