Mi inchino davanti ai sei militari morti nell'attentato in Afghanistan
Mi inchino davanti ai civili afghani morti nello stesso attentato vittime inconsapevoli ed incolpevoli di una guerra non loro
Mi inchino davanti ai corpi di Sanaa e Hina uccise perché volevano scegliere la loro vita liberamente
Mi inchino davanti alle donne che, ogni giorno, vengono massacrate da mariti e fidanzati, vittime di una cultura maschilista e violenta
Mi inchino davanti ai morti di Viareggio, vittime di una tragedia che si poteva e doveva evitare
Mi inchino davanti ai morti abruzzesi, diventati comparse atroci del circo mediatico e propagandistico di una perfida politica
Mi inchino davanti ai poliziotti, i carabinieri e tutte le altre forze dell'ordine che sono morti per difendere la legge e la nostra sicurezza
Ma voglio inchinarmi soprattutto davanti ai corpi delle persone che, ogni giorno, drammaticamente, muoiono nelle fabbriche, nei cantieri, sulle strade e dei quali si parla troppo poco e ancora meno si fa.
Per loro non esistono bandiere, né funerali di Stato, né commemorazioni ipocrite.
Per loro solo la disperazione dei familiari, le lacrime di bambini (che per fortuna nessuno fotografa), un trafiletto sui giornali locali.
E il giorno dopo, tutto ricomincia come prima … fino alla prossima strage!
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