venerdì 10 ottobre 2008

Senza rete 2

Anche oggi è stata una giornata di passione per le borse mondiali ormai inserite in un vortice che sembra non avere fine. Ogni notizia negativa influenza la giornata successiva che a sua volta…. Così la chiusura negativa delle borse asiatiche provoca il crollo di quelle europee, che produce la discesa di Wall Street, che affonda le borse asiatiche il giorno successivo.
Ormai il panico sembra l’operatore di borsa più gettonato ed è gara al record negativo.
In questa situazione solo una cosa è possibile fare: non fare allarmismo e mantenere la calma.
Ed infatti, almeno in Italia, il Governo si sta dimostrando assolutamente all’altezza della situazione: nel giro di ventiquattro ore, se non ho capito male, il nostro amato premier Berlusconi ha affermato che
non c’era pericolo per le banche italiane,
che bisognava sospendere le contrattazioni di borsa in tutta Europa,
che bisogna comprare Eni ed Enel perché la nostra economia è forte,
che non serve chiudere le borse,
che alcune banche italiane potrebbero aver bisogno di essere ricapitalizzate perché la nostra economia è debole,
che le banche potrebbero chiedere alle piccole e medie aziende di rientrare dalle loro esposizioni col sistema,
ma che no, non lo faranno.
Ma chi gliele consiglia queste uscite: Gargamella? Gatto Silvestro? O sono tutte farina del suo sacco?
Come si fa a stare tranquilli con un primo ministro che, lui per primo, sembra essere preda (se le notizie giornalistiche sono vere, ma certamente le smentirà) della confusione più totale?
Non sono in grado di dire quali siano gli esatti motivi di questa crisi e le vie per uscirne (non sono un premio nobel per l’economia … ancora), ma ho l’impressione che ci sia qualcuno che giochi, e giochi molto, molto sporco. E’ nei periodi di grande turbolenza che spuntano improvvisamente nuovi ricchi, o quelli vecchi incrementano i loro patrimoni incuranti delle ricadute sulle fasce più deboli della società.
Sono infatti queste su cui la crisi si riverserà pesantemente se non saremo in grado di uscirne, e uscirne in fretta.
Mutui insostenibili, credito al consumo (cioè l’acquisto rateale di beni durevoli, come l’automobile, la lavatrice o il frigorifero) dai costi proibitivi saranno solo la punta di un iceberg molto pericoloso.
Chi finanzierà, infatti, lo stato per gli interventi pubblici che questo sarà chiamato a sostenere per il salvataggio di banche ed aziende in crisi? Dove verranno presi i soldi necessari? Sono solo due le risposte possibili: o facendo ricorso a nuova moneta (reale se la crisi sarà europea, virtuale, attraverso l’aumento del debito pubblico se questi interventi dovessero riguardare solo l’Italia), e quindi rischiando una impennata dei prezzi, oppure attraverso la fiscalità generale, o aumentando le tasse (ve lo ricordate il programma di Berlusconi su questo punto?) oppure tagliando i già martoriati servizi pubblici: scuola, sanità, giustizia, sicurezza.
Dimenticavo: dopo l’appello di Berlusconi Enel -8,51% Eni -7,21%. Meditate gente, meditate!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo su "La Repubblica" del 26/09 che "la crisi è più profonda, poiché la grande società per azioni è sfuggita, nel suo operare, non solo alla tradizionali categorie giuridiche sulle quali era organizzata, ma a tutti i più recenti tentativi di regolamentazione che vanno genericamente sotto il vago nome di CORPORATE GOVERNANCE. Anzi la frammentazione della gestione gestione dell'impresa sociale, attraverso la scomposizione deglo organi amministrativi in miriadi di comitati, ha all'incontrario favorito il perseguimento di interessi extrasociali e il dissanguamento della società, aiutati da un mercato senza né controlli, né scrupoli e da una fantasiosa e cinica dominanza della finanza sempre più autoreferenziale e distaccata dalla realtà economica dell'impresa. In questo quadro prolificano la speculazione e la crisi che l'economia e il diritto stanno vivendo, in una stato di semiimpotenza, quasi senza capire che non è più tempo di restaurazione...."(Guido Rossi). Restaurare che cosa? La trasparenza del mercato? Il riallineamento all'economia reale? L'etica protestante del capitalismo virtuoso? La giustizia retributiva (la giusta paga agli operai della RERUM NOVARUM?). Che cosa c'è da restaurare? La fisiocrazia dei proprietari terrieri? Ma prima bisognerebbe decontaminare i campi un tempo coltivabili....Leggo che Barbara Berlusconi auspica una restaurazione dell'etica in economia di mercato. Sembra di sognare. O di vivere in un incubo. Mi chiedo chi o che cosa ci risveglierà , e ci trasporterà dall'economia virtuale a quella reale, dalla fiction alla vita quotidiana,dal finto benessere alla verità dell'essere "ombre di un sogno fuggente". Ma per questo bisogna subito abolire la Tv e le sue sirene ipnotiche. Propongo uno sciopero generale dei videoutenti. Torniamo a parlarci al lume di candela. Di che cosa parleremo? Della necessità di tornare a parlarci senza intermediari troppo, troppo interessati, a parlarci della necessità di riappropriarci della nostre vite espropriate da poteri invisibili e globali, astratti e universali come
la speculazione finanziaria. A presto.

Marino ha detto...

Quando ero un giovane e rampante sindacalista la CGIL parlava, nei suoi documenti, di un concetto astratto, quanto astruso, almeno a vedere come è andato il mondo: Democrazia economica. Credo che sarebbe bello se le grandi istituzioni della sinistra ripartissero da qui, smettendo, finalmente, di inseguire la destra sui sui programmi, le sue parole d'ordine, riscoprendo la propria politica. Chissà se Obama riuscirà a dare un contributo in questo senso (ci credo poco, ma si sa, la speranza ...). Per lo sciopero della tv, lo faccio da tempo. Ma come sopravviverà la nostra civiltà senza Grandi fratelli, Isole, Vespe e Fedi di tutto il mondo: basta accedere ad un qualunque canale satellitare straniero per rendersi conto dell'omologazione tremenda che governa le televisioni, rimbambendo chi le guarda!