martedì 14 ottobre 2008

Ci vorrebbe un amico

Alla fine c’è voluto un laburista per indicare la strada corretta per uscire dal vortice perverso in cui le borse di tutto il mondo erano crollate, a seguito della crisi dei mutui subprime americani.
Non credo che la crisi sia definitivamente superata, ma certamente si è almeno dato uno stop al panico sui mercati. Il piano di salvataggio voluto fortemente da Gordon Brown si è rivelato, finora, efficace per ridare quel po’ di fiducia agli investitori ed alle banche.
Oggi i mercati sanno che, dovunque siano annidati i titoli avvelenati, i Governi interverranno per porre un limite alle crisi, superando così il limite principale del piano Paulson (vedi il mio precedente post), peraltro ripudiato dallo stesso estensore, che ha acceduto alle richieste dei democratici americani di utilizzare i fondi stanziati dal Congresso non per acquistare i titoli, ma per rifinanziare le banche in difficoltà.
Il piano di Berlusconi e Sarkozy (le teste pensanti del liberismo europeo!) è stato accantonato dall’Europa, giustamente, visto che era una scopiazzatura di quello, già rivelatosi inefficace, degli Usa.
I già citati Berlusconi e Sarkozy, in una con l'ultra liberista Merkel, hanno dovuto accodarsi al laburismo di Gordon Brown, che ha dimostrato, dopo le critiche di grigiore ed understatement del suo mandato, di avere la statura di leader europeo.
Quello che continua a deludere (e per certi versi a sorprendere) è il nostro beneamato Berlusconi.
Appena capitalizzata una sconfitta in Europa sul suo piano che fa, il nostro?
Vola in America, disertando un fondamentale consiglio dei ministri, in nome dell’apparire a scapito del fare e che dice all’”amico Bush”?
Che il ruolo degli Usa è stato fondamentale per superare la crisi (mentre, a dire il vero, è stato fondamentale per la sua esplosione e, subito dopo il piano Paulson, per il suo aggravamento);
Che l’amicizia degli italiani con gli Usa non sarebbe mai venuta meno perché sono stati salvati dal fascismo, dal nazismo e dal comunismo (non mi risulta che ci sia stato un golpe comunista in Italia, mentre mi pare che un ruolo fondamentale per la conquista della democrazia in Italia sia stato svolto dalla guerra partigiana, mentre è evidente in compagnia di chi, il cavaliere, sia al governo in Italia);
Che l’”amico George” sarebbe stato ricordato addirittura dalla storia come un ottimo presidente, forse dimenticando la scia di sangue che il suo mandato si sta portando dietro, ed alla cui megalomania anche il nostro Paese ha dovuto pagare un pesante contributo di vite umane.
Che la crisi finanziaria non ha ripercussioni sull’economia reale, non sapendo, evidentemente, quale aggravio sui bilanci delle famiglie rappresenti l’aumento vertiginoso dell’euribor (dovuto proprio alla crisi di fiducia tra le banche), che provoca e provocherà diminuzione dei consumi, con possibile recessione, cui il suo Governo non sarà capace di far fronte, come ha dimostrato finora.
Fortunatamente l’era di Bush può ormai dirsi tramontata, questa crisi è l’ultimo regalo che la sua amministrazione ha fatto al mondo. La speranza è che il prossimo presidente Usa sia il democratico Obama e che sappia dare una svolta al ruolo del suo Paese nel mondo.
Lasciando a Berlusconi, come unico amico di riferimento quel sant’uomo di Vladimir Putin, anche lui caratterizzatosi per la scia di sangue, guerre e violenza che si porta dietro.
Forse, per il nostro premier, ci vorrebbe un amico che potesse consigliarlo per il meglio, anzicchè offrirgli semplicemente un palcoscenico per le sue uscite da cabarettista mancato.

2 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao carissimo sono passato x salutarti e ne approfitto per leggere con attenzione questo tuo post. Buona giornata.

Marino ha detto...

Buona giornata anche a te. Condivido le vostre battaglie contro l'ampliamento della DalMolin. Se fossi stato a Vicenza senza dubbio avrei partecipato, aivamente, al referendum.