domenica 22 novembre 2009

Questa è a destra, questa è la sinistra. Qual'è la destra?


Sempre più spesso sento dire che le differenze tra destra e sinistra non hanno più significato in una società complessa come la nostra e che le ideologie sono ormai un retaggio di un passato, neanche tanto recente, nostalgico e fortunatamente superato.

Sono soprattutto esponenti del centro destra ad affermarlo, ma, ahimè, anche insigni esponenti della sinistra, in una malintesa ricerca di modernità, ritengono che il concetto di destra e sinistra non abbia più diritto di cittadinanza nella politica mondiale.

Ho perfino sentito Filippo Rossi (ascoltatissimo consigliere di Gianfranco Fini e responsabile dell'associazione Fare Futuro) affermare che si sceglie uno schieramento come si sceglie la squadra del cuore: sarebbe una questione di tifo e null'altro. Ciò che importa è che si tenda al benessere delle persone, convincendole che il proprio partito è “il più bravo” a realizzare tale obbiettivo.

E' evidente che non condivido questo appiattimento.

Sono convinto che le differenze ci siano e che siano profonde.

Certamente l'obbiettivo deve essere per tutti il benessere delle persone, ma non è indifferente il COME si propone alla gente di raggiungere lo scopo.

Se debbo andare da Genova a Roma posso prendere la mia auto, il treno o l'aereo.

Arrivo comunque a Roma, ma il mezzo scelto non è indifferente in termini di costo, sicurezza, inquinamento, tempo. Non è vera l'asserzione macchiavellica che il fine giustifica i mezzi. A volte un fine può essere buono o cattivo, in base al mezzo usato. Da questo di vista è allora il mezzo a giustificare il fine.

Per uscire dalla crisi economica che ha attanagliato il mondo nell'ultimo anno e dalla quale si stenta ancora ad uscire, nonostante le ottimistiche e false rassicurazioni governative, si possono seguire essenzialmente due strade, entrambe perfettamente percorribili.

La prima, quella seguita da quasi tutti i governi conservatori del mondo e auspicata dalla nostra confindustria, è quella di aiutare imprese e banche per aumentare la liquidità del sistema e stimolare così l'aumento della produzione di beni e servizi.

Questa strada, evidentemente, ha come conseguenza quella di far aumentare il PIL e, quindi, la ricchezza complessiva del paese.

Ma ne esiste un'altra, forse più lunga, più difficile, che parte dalla diminuzione del costo del lavoro, ottenuto attraverso la leva fiscale, che da un lato fa diminuire la necessità di capitali alle imprese e, dall'altro, aumenta la disponibilità di spesa delle famiglie e, quindi, l'aumento della domanda di beni e servizi che, a sua volta, stimola la produzione.

Secondo voi non ci sono differenza tra queste due strade?

Su tutti i temi del dibattito politico esistono strade diverse per raggiungere risultati apparentemente simili: dalla sicurezza alla giustizia, dalla sanità alla scuola, dal lavoro all' ambiente.

Affermare che le differenze non esistono più significa soltanto cercare una scorciatoia per conquistare consenso, rinunciando alla funzione principale che, storicamente, ha sempre avuto soprattutto la sinistra: convincere le persone che una società più equa, giusta, solidale sia una ricchezza per tutti e che se il legislatore costituente ha scelto di affermare nel primo articolo della Costituzione che “ L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro” un significato dovrà pur averlo.


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3 commenti:

Guido Mastrobuono (lavoristi) ha detto...

Ciao, mi chiamo Guido Mastrobuono e sono un cacciatore di articoli per un concorso che si chiama “Concorso Permanente di Parole ed Immagini” e mette a confronto articoli che stimolino una discussione in ambito filosofico, sociale o politico (vedi l’indirizzo http://lavoristi.ning.com/profiles/blogs/concorso-permanente-di-parole ).

A mio avviso, questo articolo arricchirebbe il nostro concorso e volevo suggerirti di inserirlo.

Il concorso, in realtà, è una scusa per convincere la gente a metterci a disposizione spunti per la discussione. Noi poi ne parliamo e ci creiamo un’idea nostra sui più svariati argomenti.
Infatti, la concorrenza tra autori non è una cosa che ci appartiene: noi creiamo nella collaborazione. E dal confronto con gli altri, noi aumentiamo il nostro sapere.
Comunque la pubblicazione offerta in premio ai vincenti è vera ed effettiva.

Se lo vorrai, potrai tranquillamente inserire, al piede degli articoli un link al tuo blog cosa che lo renderà più noto e facilmente raggiungibile.

Un saluto

Guido Mastrobuono

Guido Mastrobuono (lavoristi) ha detto...

Marino... pubblica l'articolo intero e poi il link al tuo blog.

Se metti solo il link non ti legge nessuno.

Fulvio Sguerso ha detto...

Eh già, ormai le nozioni di destra e sinistra sembrano appartenere sempre più al secolo scorso (in cui, peraltro, anche allora era possibile qualche confusione: lo stalinismo era di sinistra?). Oggi si continua a parlare di destra e di sinistra, e anche di estrema destra ed estrema sinistra, ma è evidente che la destra attuale ha caratteristiche diverse da quella, per esempio, missina d'antan, o di quella "monarchica", ecc. Oggi la destra vera è rappresentata dal capitalismo tecnologico e finanziario, dalla concentrazione della proprietà e del controllo dei mezzi di comunicazione nelle mani (sporche) di pochi impresari commisti e collusi con le varie mafie politico-affaristiche, dagli apparati e dai "servizi" di sicurezza militari, quindi dai produttori di armi da smerciare ed usare nel mercato bellico globale, ecc. La sinistra,in teoria, dovrebbe essere rappresentata da quei movimenti e da quelle formazioni politiche che mirano al superamento di questo attuale, criminale e criminogeno sistema di potere mondiale. Povera sinistra! Eppure le idee non sono anche'esse sparite con le belle bandiere dell'Internazionale dei lavoratori! Certo è che anche i lavoratori sono cambiati, essendo cambiato il modo di produzione. Il modo e il mondo del lavoro cambia sotto i nostri occhi, quindi anche le nostre ottiche devono o dovrebbero cambiare, aggiornarsi, adeguarsi.....A che cosa? Alla legge del più forte? La destra - almeno in Occidente - non ha più bisogno di muovere i blindati, le basta alimantare la paura del diverso, ottundere le menti con la pubblicità televisiva e l'espandersi dei consumi (droghe comprese) fintantoché ci sarà qualcosa da consumare. Prima della catastrofe!