lunedì 5 ottobre 2009

Lo facciamo un giochino?


Oggi vorrei proporvi un gioco divertente, partendo da una premessa che forse stupirà chi è abituato a leggere i miei post.

La premessa è questa: in Italia le differenze tra sinistra e destra non hanno senso.

O almeno, non hanno senso in questa fase storico-politica. Mi pare evidente che il dibattito in corso divida gli schieramenti in due grandi "famiglie": chi ritiene che Berlusconi ed i suoi sodali rappresentino un pericolo per la democrazia, che il suo impero mediatico-finanziario falsi in maniera sensibile il gioco democratico, che le sue intemperanze sessuali ed erotiche rappresentino un rischio per la credibilità internazionale del nostro Paese, che le sue leggi ad-personam siano nauseanti ed inaccettabili e chi ritiene che tutto questo sia un'invenzione della sinistra, che l'attività del governo sia soddisfacente e che, in fondo, Berlusconi è un po' un ragazzaccio, ma in fondo fa quello che tutti vorrebbero fare.

Questa divisione attraversa in maniera trasversale entrambi gli schieramenti ed è fortemente presente tra le persone "comuni".

E' evidente che il presidente della Repubblica appartenga al primo schieramento, insieme al presidente della Camera, Fini.

Con questa chiave di lettura comprendo gli applausi entusiasti che hanno accolto Fini alla festa dei democratici: il riconoscimento di essere "uno di noi".

Fortunatamente non è solo, Fini, nel suo schieramento: basta leggere tra le righe delle dichiarazioni, o tra i silenzi, per comprendere che molte alleanze sono di facciata e di convenienza.

Ed allora il giochino: da che parte stanno i nostri politici? Quelli che conosciamo, che incontriamo, con cui abbiamo occasione di parlare, di destra come di sinistra.

Non per cercare gogne o anatemi ma per verificare la percorribilità di una proposta che a molti potrà sembrare indecente, mentre io credo che potrebbe essere una via d'uscita in questa situazione.

Verifichiamo l'esistenza in Parlamento di una maggioranza
trasversale alternativa a questa, creiamo un governo di garanzia che abbia il solo scopo di ripristinare regole democratiche e condivise, faccia piazza pulita di leggi e leggine salva premier, e, come unico incarico ulteriore, fronteggi la crisi economica che, come noto, non esiste, affidando l'economia ad un nome prestigioso (Draghi?).

Appena finito il suo ruolo (un anno, due?) riporti alle urne un Paese pacificato, democratico che sia in grado di confrontarsi nelle urne sui programmi e non sui proclami, sugli schieramenti e non sulle escort, e che sia certo che un simile incubo non possa ripetersi in futuro.

Dopo non mi preoccupa chi sarà il leader del Paese, se un esponente di destra o uno di sinistra; ma, probabilmente, Fini non sarebbe più accolto da applausi entusiasti da una platea di sinistra, magari non da fischi, ma da educati applausi di circostanza.

Ora, però voglio giocare anch'io: Alfano, da che parte sta? E Formigoni? E Alemanno? …….E D'Alema?


Ti è piaciuto il post? Vota Ok oppure No sotto a sinistra

2 commenti:

Rigitans' ha detto...

la differenza tra destra e sinistra si affievolisce, ma non perchè il confine è berlusconi, ma perchè entrambe si avvicinano agli stessi metodi di gestire la politica, sempre meno democratica, sempre più collusa, più corrotta, più incivile, più centralista e verticistica, burocratica e statalista nel senso più negativo del termine.

questo è il problema, berlusconi passa, il resto rischia di no.

Marino ha detto...

Non credo si affievolisca la differenza. Se la destra fa il condono sul rientro dei capitali e la sinistra è contraria qualcosa vorrà dire (ovviamente è solo un esempio, si potrebbe continuare). Ma questo non spiega gli applausi a Fini (a meno di sostenere che il popolo della sinistra si sia impazzito più dei c.d. vertici). Il fattore B. invece lo spiega. Che poi ci sia più bisogno di sinistra nella politica, siamo d'accordo.