giovedì 27 agosto 2009

Canta che ti passa

Appartengo ad una generazione per la quale l'America era il nemico. Il Paese dove il capitalismo più sfrenato cresceva a danno dei deboli, dei paesi poveri del sud e dell'est del mondo, esportatore di armi e di guerre, come quella sanguinosa ed atroce del Vietnam.

E mi pare strano, oggi, guardare agli Stati Uniti come ad un paese guida nelle riforme e nella democrazia.

La scomparsa del Senatore Ted Kennedy rappresenta lo spartiacque nella politica americana e, di conseguenza, mondiale.

E' morto l'ultimo, tenace sostenitore di quella politica del new-deal voluta dall'allora presidente Roosevelt per uscire dalla grande depressione del 1929, ed è singolare che forse l'ultimo dei Kennedy se ne sia andato all'inizio di quello che sembra un nuovo "new-deal" (scusate il gioco di parole).

La crisi, finanziaria prima, economica poi, è stata affrontata da Obama con un vasto programma di riforme, rilancio degli investimenti, nuovi rapporti con i "nemici" di ieri, collaborazione internazionale.

Un esempio "democrats" di come, da una crisi, si possa uscire spingendo sull'acceleratore, anziché sul freno. Aprendosi alle sfide, anziché chiudersi in difesa, negando i pericoli e le insidie.

Ed è ahimè immediato il confronto con quello che sta succedendo in casa nostra: la crisi non si affronta per il semplice fatto che non esiste. Sono tutte invenzioni dei giornali di sinistra che seminano terrore e disinformazione per mettere in cattiva luce il premier.

Così, da noi, la politica è dominata dall'esame di dialetto, dalle ronde, dal dibattito sull'inno nazionale, in una visione tutta interna, chiusa, soffocante, inutile.

Nel frattempo il governatore Draghi lancia allarmi sulla tenuta del tessuto industriale italiano nonostante, all'estero, comincino a manifestarsi segnali di miglioramento della congiuntura; il presidente Napolitano lancia preoccupati appelli sulla necessità di tenere unito il nostro Paese; sempre più spesso compaiono episodi di intolleranza razziale e sessuale.

Chissà perché mi pare di sentire, in lontananza, un'orchestrina che suona.

Che sia quella del Titanic?

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2 commenti:

anna ha detto...

Ben tornato.
Che ti devo dire. Mi pare significativo che le cose che dovrebbe dire la sinistra le dica un missino. Questo rende l'idea di come siamo messi. Anna

Marino ha detto...

Le cose che dice Fini sono dette da un "liberale" che ha fatto un suo percorso (almeno così credo). La sinistra dovrebbe dirne di diverse. Il fatto è che siamo ormai così "anestetizzati" che anche Fini comincia a sembrarci un pericoloso rivoluzionario.