giovedì 2 aprile 2009

La crisi a Savona

Ricevo da Roberto Decia, consigliere del Comune di Savona, la lettera che ha inviato al Sindaco, Federico Berruti, per esortare l'istituzione ad assumere un ruolo positivo, nell'ambito delle sue competenze, per far fronte agli effetti della crisi economica.

Credo sia una iniziativa significativa e condivisibile, vista la colpevole assenza del Governo su questi temi che si limita, dopo la social card, a partorire un topolino, come il piano casa, per consentire, in definitiva, a chi è già proprietario di una villa di ingrandirsi, mentre nulla fa per chi la casa non ce l'ha o è semplicemente gravata da un mutuo difficilmente sostenibile. Ancora oggi, di fronte alle difficoltà di concordare una posizione comune tra Europa e Usa si limita a rinviare il problema, affermando che si dovrà decidere nel G8, dopo aver sostenuto che la sede doveva essere il G20.

Ma si sa, la coerenza non è uno dei pregi maggiori dei nostri governanti. Ed allora è meglio "rimboccarsi le maniche" e cominciare a dare dei segnali.


 

Per il socialismo europeo

 Gruppo Consiliare del Comune di Savona aderente a Democrazia e Socialismo


 

Al Sig. Sindaco del Comune di Savona


 

Caro Federico,

ancora una volta ti scrivo per sollecitare un intervento anche del Comune di Savona in tutte le istanze possibili, al fine di contenere i gravi danni che la crisi economica globale sta facendo al lavoro ed alle imprese anche della nostra Città e Provincia.

Alcuni dati segnalati da istituzioni economiche e categorie tanto per rendere ancora più evidente la situazione:

  1. Dopo 9 anni torna a crescere la disoccupazione (+ 12,3%) toccando quota 6,7%
  2. Nei tre mesi appena passati è raddoppiato il ricorso alla CIG (anche a Savona il preoccupante caso della Bitron)
  3. La Confapi savonese, dichiara una riduzione degli ordini nelle Piccole e medie imprese del 30%
  4. La Confederazione Italiana Agricoltori, prevede il rischio di chiusura per 4 imprese su 10
  5. Il Porto commerciale, sino ad ora importante traino all'economia locale e regionale, inizia a segnare un calo sia dei quantitativi netti di merce, sia nel numero degli accosti.

Come vedi quindi la situazione è allarmante e minaccia di colpire centinaia di famiglie decine di imprese al di là dell'ottimismo di facciata sparso a piene mani dal governo del centrodestra.

La disoccupazione rischia di rompere le basi della convivenza civile e scatenare ulteriori guerre tra poveri nei confronti degli immigrati regolari che verranno espulsi dal lavoro.

So che anche Tu sei fortemente preoccupato di questi segnali e che hai messo in piedi un tavolo di confronto con le categorie.

Ma il tempo in politica, sopratutto di fronte al rischio di un "effetto domino", è determinante.

Sono convinto che occorra agire anche in sede locale con celerità e decisione.

Mi permetto ancora una volta di sollecitare una ricetta che molti economisti ritengono l'unica praticabile o per lo meno concreta in questa situazione: diminuire le tasse e le tariffe, a partire da quelle comunali.

E' ben strano che questo slogan che era cavalcato dalla destra in un momento di crescita economica, oggi che ve ne sarebbe grande bisogno a livello nazionale sia stato accantonato da quella parte politica. Si vede che "governare logora gli slogan".

Ma noi che siamo e vogliamo rappresentare quella parte del paese che produce e lavora, dobbiamo concretamente fare qualcosa subito, anche mettendo in conto una limitazione a spese pubbliche a ricaduta immediata.

Per questo, alla luce della Tua sensibilità e delle convinzioni comuni, sono a richiederTi questo passo anche nei confronti delle altre Istituzioni, degli istituti di credito, delle categorie. Un piano rapido e chiaro, che possa quantomeno diminuire gli effetti di questa grave recessione economica a famiglie e imprese.


 

Con stima

Roberto De Cia

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