Si è svolta a Torino nei giorni scorsi la manifestazione per commemorare, ad un anno di distanza, i sei morti della Thyssen. Alla manifestazione hanno partecipato tutti quelli che dovevano partecipare: i colleghi delle vittime, i loro parenti, le organizzazioni sindacali, la gente comune di Torino e non solo. Non si sono visti esponenti del Governo e della Confindustria, e credo che sia stato giusto così: è un elemento di chiarezza.
Al di là delle parole, degli impegni, delle promesse, nulla è stato fatto, da chi doveva farlo, per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro, visto che, ai sei della Thyssen, nel corso dell'anno, si sono aggiunte altre mille vittime del lavoro. Siamo in presenza di una strage che, poiché si consuma un po' per volta, silenziosamente, non attira su di sé l'interesse e l'impegno vero e concreto dei governanti e degli industriali. E non si venga a dire che occorrono misure più severe o leggi speciali: le leggi esistono già, sarebbe sufficiente farle rispettare.
Ed è originale che si cerchi di scaricare sulle vittime le responsabilità di questo massacro. E' ipocrita ed intollerabile che si dica che le norme di sicurezza non vengono rispettate dagli operai, che non indossano il casco, non usano le cinture di sicurezza quando salgono sulle impalcature, si trovano dove non dovrebbero essere quando si scavano le fosse nelle discariche e così via. Il Ministro Brunetta non fa che elogiare i risultati ottenuti con i tornelli per diminuire l'assenteismo. E' accettabile che lo stesso "zelo" non venga utilizzato per controllare l'applicazione di leggi che possono salvare delle vite umane? Mi sorge un dubbio: non è che i mancati controlli permettono di risparmiare sui costi delle imprese, sia in termini di personale (i controlli costano) che in termini di manutenzione ed installazione dei sistemi di sicurezza? Non è che si "tollera" la violazione delle norme di sicurezza (per sottovalutazione del rischio, per comodità, per abitudine) per speculare sui costi, salvo scaricare la responsabilità sulle vittime, quando succede una "disgrazia"? Non è che questo Governo, longa manu degli imprenditori nostrani, non ha alcun interesse a sanzionare come dovrebbe chi le norme non le fa rispettare? Se i miei dubbi sono concreti, allora è giusto che, a commemorare le vittime, non partecipi chi ha le mani sporche del loro sangue!
2 commenti:
lo pubblico anche sul mio, con una sola aggiunta: dove sono i solerti difensori della vita (quando si tratta di attaccare la legge 194 o parlare di eutanasia), quando a morire sono gli operai? dove sono quando a morire sono i poveri dell'Africa, come sta accadendo in Zimbawe, i poveracci di Bagdad o le vittime civili di kabul, tanto per citare solo alcune situazioni? Dove sono questi solerti personaggi, quando è il momento di dirlo che è il capitalismo che uccide, è il 'benessere' dell'Occidente che compie stragi, è l'avidità che affama il mondo?
Non ci sono...mai...
Giuliano
Ti ringrazio per l'attenzione e condivido quello che dici. Quando la difesa della vita è a senso unico e dimentica la sua indispensabile ed imprenscindibile universalità non è più una spinta di umanità verso i nostri simili ma diventa un'arma di lotta politica e di potere.
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