Tutti i governi del mondo sono impegnati in questi giorni ad assumere provvedimenti concreti nel tentativo di far fronte alla crisi economica che sta per abbattersi su tutto l'Occidente. Le previsioni non sono per nulla tranquillizzanti con ricadute allarmanti sui livelli occupazionali di molti settori a rischio, a cominciare da quello dell'auto, che ha visto il presidente eletto Obama proporre al congresso USA un piano di prestiti pubblici di 14 miliardi di dollari ai tre colossi automobilistici americani. Anche i governi europei stanno muovendosi nelle stesse direzioni.
Tutti, tranne uno: quello italiano.
Il governo Berlusconi, impegnato in queste ore nel ben più pressante problema della riforma della giustizia, si limita ad affermazioni vaghe e spesso contraddittorie.
Non basta appellarsi all'ottimismo, neanche fosse uno spot di Tonino Guerra, per superare la crisi economica. Ed è drammatico che, negli stessi giorni in cui la Telecom annuncia esuberi per 6-9000 dipendenti, e la Fiat la cassa integrazione per tutti i propri stabilimenti, per un mese, il nostro premier affermi che il modo migliore per superare la crisi è quello di consumare. Una specie di paese di Bengodi, dove le cose vanno meglio che altrove nel mondo dimenticando forse che, grazie alla politica economica del suo governo, il pil sta diminuendo in maniera drammatica e, già a fine settembre, quindi prima che la crisi finanziaria esplodesse, il nostro Paese era già in recessione.
Anche i piani di salvataggio tanto sbandierati non sono altro che spot elettoral-pubblicitari: nessuna cifra chiara, nessuno stanziamento, nessun provvedimento serio di rilancio dei consumi e della produzione che è in calo drammatico. L'unico provvedimento reale è stato quello della social-card, su cui è meglio stendere un velo pietoso per la sua farraginosità ed il suo scarso impatto sulla ricchezza complessiva del paese e dei singoli destinatari.
Chissà perché mi viene in mente, quando sento Berlusconi parlare, Robert De Niro ne Gli Intoccabili, quando si rivolge a Kevin Costner con la battuta ormai entrata nella storia del cinema "Sei solo chiacchiere e distintivo". Si, solo chiacchiere quelle di questo governo, che hanno il solo scopo di indorare il carattere distintivo di una compagine che vive solo per risolvere i problemi di giustizia del suo leader ed è incapace di affrontare i problemi veri del nostro Paese.
Peccato che questo non sia un film e la crisi che l'Italia, come il resto del mondo, sta per attraversare rischi di sconvolgere la vita di migliaia di persone vere, con le loro famiglie, i loro problemi, i loro mutui da pagare, i debiti da saldare e che, ahimè, non hanno i soldi necessari per accontentare il primo ministro spendendo e spandendo come la cicala delle favole.
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