Certamente, nella seduzione, è importante come ci si presenta: puliti, eleganti, spigliati. Ma credo che, per consolidare la conquista sia fondamentale come si è davvero, che cosa si offre all'altro/a.
Questo è ancora più vero nel caso dei partiti politici, che debbono conquistare consensi e, con la loro politica, con le loro proposte, con i propri ideali, conservarli per le tornate elettorali successive.
E quando si perde consensi, o questi sono inferiori alle aspettative sarebbe logico aspettarsi che il partito in questione si ponga delle domande, approfondisca i motivi della disaffezione.
Ho sempre sostenuto che i problemi del Partito Democratico non fossero tutti ascrivibili alla responsabilità della leadership di Veltroni, ma andassero ricercati nel suo essere: la sua ideologia, la sua linea politica, il suo modo di fare opposizione in Parlamento e nel Paese. Ed è, a mio modo di vedere stupefacente, osservare le prime reazioni alle dimissioni del leader. Tutti a guardarsi dentro, riaffermando in modo pervicace che "indietro non si torna", senza comprendere che, così, non solo non si torna indietro, ma non si fa un passo avanti.
Se i consensi che finora è riuscito a catalizzare il PD non sono adeguati al grande progetto riformista e di cambiamento che avrebbe dovuto essere alla base della sua costituzione, i motivi vanno ricercati in ciò che dicono coloro i quali potrebbero dare questo consenso, ma non lo fanno. Non ho l'ambizione di rappresentare un "caso simbolo", ma confrontandomi con tante altre persone, anche attraverso questo blog, mi pare che le mie critiche siano quelle di un gran numero di potenziali elettori: scarsa incisività nell'opposizione, assenza di una linea politica sui grandi temi etici, tiepidezze e confusioni sulla collocazione internazionale in vista delle europee.
Rifiutare di guardare fuori di sé, ostinandosi a "guardare il proprio ombelico", rischia di riprodurre gli stessi errori che il PD ha commesso finora e che lo ha portato ad inanellare una sconfitta dopo l'altra. Esiste una vasta area di persone che vorrebbero un grande partito riformista e laico nel nostro Paese. E questo partito non è il Partito Democratico, bloccato com'è dai veti dei Teodem, dall'assenza allarmante di una visione laica dello Stato.
Non so se "tornare indietro" sia la strada giusta, ma sono sicuro che, se il PD vorrà parlare anche a quella parte della società che crede in una politica riformista, internazionalista, laica, aperta alle novità che vengono dalla società e dalla scienza, che rivendicano il riconoscimento dei diritti delle persone dovrà liberarsi dai "lacci e lacciuoli" che oggi gli impediscono di aprirsi, costringendolo a cercare dentro di sé quelle risposte che, invece, sono nella società.
2 commenti:
Parlare di futuro oggi è in politica un'eresia. Se qualcosa manca in Politica è la tensione etica alla costruzione del futuro: viviamo in un magma che di primordiale non ha nulla.Veltroni non mi è mai piaciuto: lo ricordo giovine allineato nel PCI, leader del Correntone nel PDS (non esattamente una posizione riformista), pontificatore nei DS, occupato a mettere le "sue donne" ed i "suoi uomini"al posto giusto nel PD, sino a stabilire un'alleanza che non oscurasse la sua persona con Di Pietro, non preoccupandosi delle conseguenze. Scimmiottare e rincorrere il Berlusca senza averne i soldi e le indubbie capacità è stato l'errore...E' necessaio ricominciare, facendo finalmente i conti con l'anima binettiana e l'anima cattocomunista nonchè l'anima opportunista. Già, c'è anche quella e neanche tanto minoritaria. Si è offerta l'immagine di un raggruppamento bilioso e privo di idee. Di un gruppo privilegiato lontano dalla vita di ogni giorno, un salotto di "nonna Speranza" logoro e polveroso, pieno di cose inutili. Indietro non si torna, ma forse è necessario cambiare strada:non ho sentito una parola di senso sulla crisi economica, nessuna proposta non demagogica sulla tenuta dello stato sociale, nessun progetto compiuto e di sistema su come affrontare il cambiamento epocale che è di fronte a noi. Nessuna dimostrazione che in tempi che si annunciano terribili si abbia la capacità di richiamare i veri decisori alle responsabilità comuni. Non invidio Franceschini, ma il suo ruolo gli offre oggi opportunità nuove,sempreche la discussione sulla composizione delle liste elettorali per le europee non sia l'elemento dirimente per il nuovo corso: se così fosse intonerò un personalissimo e laico de profundis...
Sono sempre stato critico della realtà del PD, ma mi pare che, da dentro, la visione delle cose non sia migliore, anzi! Certo il PD dovrà liberarsi di molte "suppellettili" se vuole ambire al ruolo di casa dei democratici e riformisti di questo Paese.
Auguri ai compagni del e nel PD e a noi che vorremmo trovare una casa accogliente per le nostre idee ed i nostri ideali.
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