martedì 23 settembre 2008

Sotto il vestito niente




Il Governo Berlusconi ha, fin dal suo insediamento, indossato l’abito dell’efficienza nel tentativo di marcare una differenza con il precedente, guidato da Romano Prodi.
Ricordiamo tutti i roboanti proclami con cui venivano affrontate le varie emergenze. Soprattutto su alcuni argomenti si sono spesi i ministri e lo stesso Berlusconi: scuola, sicurezza, rifiuti, Alitalia ed economia.
Sottaciuta, guarda caso, la giustizia su cui, al contrario, si è realizzato il vero assalto alla diligenza. Tutto, ovviamente, per mettere il grande capo al sicuro dalle sue disavventure giudiziarie, fino al famigerato lodo Alfano che riconosce una sorta di salvacondotto alle quattro più alte cariche dello stato.
Non è ancora finita, ad ascoltare i boatos, l’assalto alla Magistratura, fino a dichiarare che si costringeranno i pm a presentarsi “col cappello in mano” ai giudici. Ce ne sarebbe abbastanza per riempire le piazze a difesa della democrazia, ma pare che questo sia un argomento poco interessante, come dimostrano anche le reazioni (le non reazioni) alle dichiarazioni di Larussa e Alemanno. Anzi il gradimento del premier (carica inventata da Berlusconi e non presente in nessun articolo della nostra costituzione per darsi un aura di internazionalità) è in ascesa, insieme al suo governo cui si riconosce la capacità di incidere sulla realtà italiana.
Ma a me pare che sotto il vestito dell’efficienza non ci sia in effetti niente.
La criminalità continua a fare i propri affari, in barba ai soldati schierati nelle grandi città. Camorra e mafia agiscono indisturbate nei loro ambiti di riferimento, con omicidi, stragi, pizzo, intimidazioni e spaccio.
Ma forse è ad un altro tipo di sicurezza che si voleva tutelare?
Quella in nome della quale due negozianti massacrano a sprangate un ragazzo reo di ave rubato un pacco di biscotti e di avere la pelle nera?
O quella messa in pericolo da qualche povera ragazza costretta a prostituirsi per strada (quelle che sono costrette a farlo in casa, ovviamente, non sono in discussione. Tra quattro mura non esiste sfruttamento, né schiavitù. Le donne lo fanno per esclusivo loro piacere ed interesse e non esiste né racket né violenza)?
E che dire della scuola? La grande riforma Gelmini avrà come primo risultato la cancellazione del tempo pieno (se non fosse così non potrebbe esistere il tanto decantato maestro unico) e di ridare ovviamente fiato alle scuole private (ovviamente in massima parte cattoliche) che vedranno moltiplicate le iscrizioni da parte dei genitori che vedono nel tempo pieno anche un modo che consente loro di avere un lavoro e quindi un tenore di vita adeguato.
E i rifiuti? Non occorre spendere parole, è sufficiente guardare le foto che pubblico qui, scattate il 5 settembre da Macbeth, estensore del blog emergenzarisolta.blogspot.com, che invito tutti a visitare per avere ulteriori informazioni sul tema.
E l’Alitalia? Nel momento in cui scrivo ancora non si conosce l’esito. Ma qualunque esso sia è evidente che, nel migliore dei casi, tutti i debiti della compagnia saranno scaricati sul bilancio pubblico, e quindi sulle nostre tasche. Nel peggiore decine di migliaia di posti di lavoro, tra diretti e dell’indotto, verranno persi ed il turismo italiano (una delle fonti principali di reddito del Paese) avrà un colpo durissimo, in nome della difesa dell’aeroporto di Malpensa da parte della Lega e dell’uso strumentale che Berlusconi ha fatto della vicenda in campagna elettorale, che hanno provocato il naufragio dell’accordo con Air France (per dare a Cesare quello che gli compete, non va dimenticato, in quel caso anche la miopia dei sindacati).
Che dire dell’economia: certo, è vero, il Governo ha cancellato l’Ici (solo una parte, il 40% era già stata cancellata dal governo Prodi), ma ancora non si vedono i provvedimenti compensativi a favore dei Comuni (che sull’Ici vivono e fanno vivere i servizi verso le fasce più deboli), il ministro Tremonti ha già dichiarato che le tasse verranno ridotte solo nell’arco della legislatura, che significa probabilmente mai, ed il PIL viaggia in modo pericoloso verso lo zero, per non dire sotto.
L’economia italiana, che poi vuol dire il tenore di vita delle persone, la ricchezza dei singoli, il numero delle volte che possiamo portare a cena fuori la famiglia, la fidanzata o il ragazzo, o andare a cinema o anche soltanto comprare le scarpe nuove al bambino, ristagna in maniera pericolosa. Certo l’economia italiana non può non risentire della congiuntura internazione, della crisi dei mutui sub-prime americani che presto arriverà anche in Europa, del caro-petrolio, ma nel nostro paese la congiuntura è più grave che altrove per alcuni motivi che vanno dalla debolezza e provincialità strutturale del nostro capitalismo, all’enormità del debito pubblico che drena risorse se non altro per pagarne gli interessi, alla condizione dei lavoratori dipendenti su cui si scarica il maggior peso della fiscalità. Su questo il Governo dovrebbe intervenire, su questo il Governo non interviene: per incapacità o perché i suoi riferimenti ed i suoi obbiettivi sono altri? I lavoratori e le lavoratrici che l’hanno votato e lo sostengono riflettano e si diano delle risposte. Nel loro interesse.

Post Scriptum: non ho capito o mi è sfuggita la posizione del Governo ombra del PD sulla vicenda Alitalia. Continuo ad aspettare una presa di posizione del ministro ombra Colaninno sulla vicenda che vede coinvolto l’imprenditore Colaninno (suo padre). Il conflitto di interessi riguarda solo gli altri?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo la verità abbiamo voglia di ripeterla fino allo sfinimento, ma noi siamo solo un insieme eterogeneo di persone che sostengono certi punti di vista perché ne sono convinti, non abbiamo grossi interessi in gioco (di quelli che spesso hanno indotto qualcuno a preferire la morte di migliaia di altri a una grossa perdita economica) e, probabilmente, anche se li avessimo, ci sarebbe sempre qualche scrupolo interiore a frenarci. A questo, aggiungi che non abbiamo tre televisioni private e il controllo di due canali pubblici, più almeno tre quotidiani dove possono scatenarsi (peraltro profumatamente pagati per farlo) i nostri schiavi privi della minima dignità umana e incaricati di gettare tonnellate di escrementi su chiunque non si sia sottomesso a noi. Per farci sentire abbiamo solo il Web, per accedere al quale bisogna padroneggiare un po' di nuove tecnologie, senza contare che la maggior parte di quelli che vanno in Rete cercano argomenti frivoli (invece della spazzatura, se volessimo farci conoscere davvero, dovremmo mostrare strafiche nude). Insomma, è dura davvero. Eppure, può andare anche peggio. Non escludo che, prima o poi, con i soliti pretesti "libertari" (sempre a senso unico) ci mettano pure il bavaglio.